Nel 2023 il volume e il valore del mercato volontario del carbonio si sono ridotti, per il secondo anno consecutivo (rispetto al picco del 2021), rispettivamente del 56% e del 61% sul 2022, raggiungendo un valore economico totale di 723 milioni di dollari. Questo è il dato che emerge dall’analisi annuale realizzata da Ecosystem Marketplace (EM) un’iniziativa della no-profit di Forest Trends.
Nel 2023 si è registrata una notevole riduzione delle transazioni di progetti nature-based, con una diminuzione della percentuale dal 46% nel 2022 al 37% nel 2023. Anche il prezzo dei crediti nature-based è diminuito del 65%. La riduzione è legata in particolar modo al decremento del volume e valore dei progetti REDD+ che rappresentano la tipologia nature-based più rilevante. I progetti REDD+ hanno perso il 62% del loro valore nel corso dell’anno, con un calo del volume delle transazioni del 51% e del prezzo del 23%. Ad incidere su questa riduzione sono stati i diversi scandali legati alla difficoltà di quantificare: 1) gli effettivi crediti di carbonio prodotti, 2) il principio di addizionalità e la governance di questa tipologia di progetti a cui si somma 3) il potenziale greenwashing da parte delle aziende acquirenti.

Questa comunicazione negativa e gli scandali emersi, hanno costretto gli enti certificatori come VERRA – l’organizzazione responsabile del mantenimento dello standard VCS e che ospita la maggior parte dei progetti REDD+ – a correre ai ripari, adottando nuove metodologie che includono calcoli di base aggiornati e procedure di stima dell’incertezza. Questa nuova metodologia è stata approvata dall’ICVCM , l’ente che stabilisce lo standard a cui devono attenersi gli enti certificatori come VERRA.
VERRA è rimasta comunque il principale certificatore per volume di transazioni effettuate in base alla natura dei progetti (in particolare per i progetti legati alle categorie quali: “agricoltura”, “foresta e utilizzo del suolo”, “dispositivi domestici e sostegno alle comunità”; “energia rinnovabile”) anche se nel 2023 è diminuito del 64% rispetto all’anno precedente. La costante comunicazione negativa da parte dei media contro i progetti REDD+ ha provocato uno spostamento di investimenti da progetti nature-based a tech-based con conseguente aumento dei volumi e riduzione dei prezzi medi dei crediti di quegli standard come CDM, CAR o UK Woodland Carbon Code che certificano progetti di questo tipo.

I dati del Report suggeriscono un contesto che evidenzia quindi un duplice aspetto: da una parte le potenzialità di questo mercato, dall’altra l’importanza di introdurre soluzioni innovative e più trasparenti, per rendere il commercio di crediti di carbonio più accessibile e affidabile.
In particolare, c’è una crescente biforcazione del mercato tra gli acquirenti che cercano progetti di pura rimozione del carbonio e quelli impegnati in progetti che, oltre alla riduzione nelle emissioni, offrano co-benefici sociali e ambientali (in linea con i cd. crediti di sostenibilità) misurabili con gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG). Infatti, nel 2023 la quota di transazioni da progetti con una o più certificazioni SDG è cresciuta al 26%, rispetto al 18% del 2022.
